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Il pranzo della domenica e la danza delle polpette

 " Che cos'è un rito?" disse il piccolo principe.
" Anche questa è una cosa da tempo dimenticata", disse la volpe.
" E' quello che fa un giorno diverso dagli altri giorni, un'ora dalle altre ore..”
 

 

 

E' finalmente domenica e la domenica  di casa mia e' veramente piena di riti..diversa da tutti gli altri giorni. Sicuramente poco spirituali nell'accezione comune del tempo, ma per questo non meno intimi e personali.  La preparazione del pranzo è e' uno di questi riti domenicali fin da quando ero piccola.

 

Ricordo come era strano svegliarsi con il profumo di caffè mischiato al sapore del soffritto per il ragù.

Il rumore di papà e mamma che si muovevano in cucina nella loro danza di preparazione accompagnata dal vociare e dallo strillare, piccoli e grandi battibecchi presenti ieri come oggi.

Ogni momento è come una perla di una lunghissima collana che si susseguono lentamente e metodicamente uno dietro l'altro.in principio era il doppio-caffe'..la sveglia con il primo da solo caldo e nero, poi un secondo caffè accompagnato dalla ricotta fresca, tradizione che affonda le sue radici in un passato lontano legato ad un banco al mercato di testaccio nel cuore di roma.

Ritrovarsi a pensare al mondo con quel caffè tra le mani, rimettere in ordine quello che ti ha portato fino a li e poi concentrarsi sul prossimo passo..attivarsi..e la collana si allunga: tuta, occhiali da sole, soldi spicci ed ecco il giornalaio sotto casa che aspetta:"Messaggero, corriere della sera e corriere dello sport grazie.." tornare su..tritare gli odori sedano carota e cipolla..e chiara, la più piccola, aiuta papa' a fare le polpettine con la carna macinata..ognuno fa il suo ognuno infila la sua perla, mentre gli odori tritati soffriggono nella pentola. Il profumo si diffonde per la casa, la radio accesa è il sottofondo della nostra domenica..la musica si alterna alle trasmissioni calcistiche di qualche radio locale che ti prepara al prossimo passo il fischio d'inizio..

Le polpettine iniziano la loro danza nella pentola..un po' di vino rosso che sfuma..mamma che ride..mamma che strilla e mamma che ride di nuovo..e poi la passata di pomodoro, sale pepe e via lasciarlo li a borbottare, come tutte le donne di papa' fanno da sempre borbottano a fuoco lento per ore e ore..senza fretta lasciandogli il tempo di ritrovarsi, di amalgamarsi e di creare il sapore giusto la giusta densità..mentre leggi il giornale..passi il folletto..vai a correre..un rito dopo l'altro, nella naturalezza che hanno solo le cose piu' semplici. Fatte senza pensare, solo sentendole.

Okey ci siamo pronti per apparecchiare, la pasta va giu il formaggio e' grattato.."assaggia la pasta.Quanto manca?""Conta fino a dieci e poi leva." i secondi passano e poi per sicurezza mentre riempi la brocca dell'acqua e prendi il vino sei arrivato a nove. Chissa' perche' dal nove al dieci il passaggio non e' mai immediato..nove nove e mezzo nove e tre quarti dieci. Come se quegli ultimi secondi fossero fondamentali per garantire la cottura perfetta..idem per il pizzico di sale che aggiungi all'ultimo nel sugo.Ecco ora si, ora ci siamo.Ora e' veramente tutto come doveva essere, si puo' andare in scena. Via sul carrello e pronti a tavola. "e' pronto" "arrivo, due minuti" "no, ora" l'arte della diplomazia e della contrattazione per strappare l'ultimo minuto..il rito e' compiuto. tutti e quattro in torno al tavolo ai soliti posti ognuno il suo..ognuno addirittura con le sue forchette preferite. Come se non si potesse mangiare altrimenti.

Per un rito che finisce uno inizia di nuovo..la radio si sintonizza sulla stazione del telecronista di fiducia..si accende la tv..si cerca il canale ed eccoci pronti piatto fumante e fischio di inizio..c'e' la lazio..la prima forchettata e via con la concentrazione.La domenica e' un rito a casa mia,perche' come dice la volpe e' un giorno diverso dagli altri..

 

oggi pero' niente ragù, oggi panini..si va allo stadio, l'Olimpico c'aspetta..si tifa...io chicca e papà.