Avevo circa tredici anni, eravamo fuori nella casa in campagna, il camino acceso e qualche buccia di mandarino che bruciava profumando la stanza. La cena era finita da un po' e come al solito eravamo rimasti a chiacchierare fino a tardi.
Mio nonno era seduto a capotavola il suo posto, era apparentemente in disparte intento a scrivere..lo faceva spesso.
Prima di andare a dormire si alza passa da me e mi lascia un foglietto scritto con la sua meravigliosa callegrafia. Me lo passa e aggiunge solamente :"per non dimenticarti mai".
Era una poesia..lui la sapeva a memoria e io la tengo ancora con me anche ora che lui non c'e' piu' nel mio portafoglio. E' uno dei mille ricordi che conservo di lui e delle sue imprese..e cerco di non dimenticare mai da dove veniamo e chi a lottato per lasciarci un mondo migliore.
Questa era la poesia, e oggi la voglio ricordare a me e a tutti per Gregorio ed Enrico, i nomi dei miei nonni Gappisti che insieme a tanti altri uomini liberi e volontari non hanno esisitato a combattere per la liberta' degli italiani:
"Lo avrai
camerata Kesselring
il monumento che pretendi da noi italiani
ma con che pietra si costruirà
a deciderlo tocca a noi.
Non coi sassi affumicati
dei borghi inermi straziati dal tuo sterminio
non colla terra dei cimiteri
dove i nostri compagni giovinetti
riposano in serenità
non colla neve inviolata delle montagne
che per due inverni ti sfidarono
non colla primavera di queste valli
che ti videro fuggire.
Ma soltanto col silenzio dei torturati
Più duro d'ogni macigno
soltanto con la roccia di questo patto
giurato fra uomini liberi
che volontari si adunarono
per dignità e non per odio
decisi a riscattare
la vergogna e il terrore del mondo.
Su queste strade se vorrai tornare
ai nostri posti ci ritroverai
morti e vivi collo stesso impegno
popolo serrato intorno al monumento
che si chiama
ora e sempre
RESISTENZA"